Immagine di copertina della pagina delle Notizie della parrocchia  di San Michele Arcangelo in Salgareda

Immagine della Croce di Cristo per la Santa Pasqua

Coraggio, comunque!
Noi credenti, nonostante tutto,
possiamo contare sulla Pasqua,
e sulla domenica,
che è l’edizione settimanale della Pasqua.
Essa è il giorno dei macigni
che rotolano via dai sepolcri.
È l’intreccio di annunci di liberazione,
portati da donne ansimanti dopo lunghe corse sull’erba.
È l’incontro di compagni trafelati
sulla strada polverosa.
È il tripudio di una notizia
che si temeva non potesse giungere più
e che corre di bocca in bocca
ricreando rapporti nuovi tra vecchi amici.
È la festa degli ex delusi della vita,
nel cui cuore all’improvviso dilaga la speranza.
(don Tonino Bello)

Ho ripreso, per gli auguri della Pasqua di quest'anno, questa famosa poesia di don Tonino Bello, perchè usa un'espressione che mi piace molto: "Essa è il giorno dei macigni che rotolano via dai sepolcri".
I macigni sono spesso presenti nella nostra vita sotto forma di preoccupazioni, delusioni, fatiche o sofferenze, che ci portiamo dentro e che pesano sulle nostre spalle e sui nostri cuori proprio come dei veri e propri massi enormi, ma non solo pesano, i macini hanno la brutta caratteristica di chiudere ogni varco, ogni spiraglio, essi chiudono e non lasciano passare neanche un pò di luce.
Nel mattino di Pasqua però una forza nuova è esplosa dentro quel famoso sepolcro, dov'è stato posto Gesù, un'energia così intensa da spostare ogni cosa anche il macigno più pesante. Da quel sepolcro si è sprigionata una speranza così potente che nulla e nessuno può ormai imprigionare o incatenare.
Quella speranza ha uno slancio formidabile capace di arrivare in ogni angolo della terra, aggiustare ogni cuore rotto, riannodare ogni relazione sfilacciata, rivitalizzare ogni corpo debole.
Gesù è la nostra speranza contro la rassegnazione, lo sconforto e il pessimismo.

LA PACE e LA GIOIA del SIGNORE RISORTO SIANO IN VOI e NELLE VOSTRE FAMIGLIE AUGURI DI UNA LIETA e SERENA PASQUA

Don Corrado e don Andrea