Immagine di copertina della pagina delle Notizie della parrocchia  di San Michele Arcangelo in Salgareda

Foto di gruppo dei ragazzi e ragazze che hanno partecipato al pellegrinaggio a Roma, assieme al vescovo di Treviso Mons. Michele Tomasi, in piazza San Pietro in Roma

I ragazzi della diocesi di Treviso che hanno ricevuto la Cresima lo scorso anno sono stati invitati dal vescovo Michele a partecipare al pellegrinaggio a Roma, il cui slogan era “Al soffio dello Spirito”.

Voleva far loro conoscere le opere che lo Spirito compie attraverso gli uomini, prendendo come esempio alcune figure di Santi. Questa esperienza è culminata con l’incontro con papa Francesco durante l’udienza generale del mercoledì, dove il Santo Padre ha detto ai ragazzi di essere “pietre vive per costruire la Chiesa”.

Un’onda arancione (il colore delle loro maglie) di oltre 1500 ragazzi, accompagnati dai loro catechisti, sacerdoti e collaboratrici pastorali, che hanno vissuto insieme questa incredibile esperienza... e nove di loro fanno parte della nostra comunità. Diamo voce a una di loro.

“Tre giorni di convivenza, condivisione, gioia e preghiera, circondati dalle bellezze della capitale, Roma. È ciò che noi del gruppo di catechismo post-cresima abbiamo sperimentato dall’1 al 3 aprile. In questi giorni abbiamo imparato molto grazie alle interessantissime catechesi, abbiamo camminato, pregato, cantato e ci siamo divertiti un sacco. Ci è servito a cambiare aria per un po' e a staccarci dal pensiero che la Chiesa sono solo le piccole chiesette dei nostri Comuni. Abbiamo scoperto che è qualcosa di più bello, maestoso e affascinante, sia dal punto di vista estetico che spirituale.

Come si sono svolti questi giorni? Bè, dopo il viaggio di andata abbiamo partecipato da subito ad un momento di preghiera con il vescovo Michele, nella Basilica di San Paolo fuori le mura. Ecco, questo è stato forse il momento più emozionante: abituati come siamo alle chiese di paese, entrando in Basilica ci siamo dapprima sentiti piccoli. Poi, però, questa sensazione è cambiata: ci si sente parte di una comunità santa, gli eredi degli Apostoli e dei Santi, i destinatari della Parola di Gesù e di Dio. Chiunque vi è stato, sa bene di cosa parliamo.

Subito dopo esser usciti dalla Basilica, siamo andati a visitare la chiesa dedicata a Sant’Andrea della Valle, che conserva anche il ricordo di San Gaetano. È proprio su di lui che era incentrata la prima catechesi, e il primo momento di preghiera da soli. A seguire siamo andati agli alloggi (accanto alla chiesa stessa) e ci siamo preparati per la cena. Dopo di essa ci siamo messi a dormire (più o meno…) per essere pronti per il giorno successivo.

Di catechesi, quel giorno, ne abbiamo ascoltate tre: una al Circo Massimo, una sull’Isola Tiberina e l’ultima in piazza San Pietro. Sempre lì o, meglio, all’interno della Basilica, abbiamo partecipato alla S. Messa vera e propria col vescovo, dopo una breve visita. Eravamo tutti così presi dalla bellezza della Basilica che quasi nessuno prestava attenzione alla celebrazione. Eravamo tutti, o quasi, col naso all’insù, ad ammirare le rifiniture d’oro sul tetto, o le statue, o i dipinti. È stato fantastico, ma nulla in confronto a ciò che ci aspettava il terzo giorno: l’udienza con papa Francesco! Infatti, siamo ritornati in piazza San Pietro e abbiamo ascoltato l’ultima catechesi di tutto il pellegrinaggio, incentrata sulla giustizia. Questa, all’unanimità, è stata votata come la migliore giornata, sebbene solo metà è trascorsa a Roma, mentre l’altra metà è stata riservata al viaggio di ritorno.

Io penso che questo pellegrinaggio non ci abbia cambiati. Non ci ha resi differenti, ma ha comunque avuto una funzione di conferma. Abbiamo capito, in questi tre giorni di preghiera, camminate e tempo libero (non potevamo certo passare tre giorni solo a pregare), che sappiamo badare a noi stessi, ma soprattutto che siamo felici di essere parte della Chiesa, e che anche se la preghiera, o una Messa, o una camminata possono sembrare faticose e noiose se fatte in solitudine, insieme agli altri diventa un momento unico, si ricorda con gioia.”

Jasmine